Eccellenza: Play-Out da infarto, ma alla fine la zampata decisiva è giallorossa!

ANGELANA – PONTEVECCHIO 3-2 dts

ANGELANA (4-3-3): Mazzoni; Muzhani (9’ sts Ragusa), Lucarino, Piccinelli (38’ st Fondi), Galassi (18’ st Scopetti); Bartolini, Ubaldi, Barbacci; Catani, Passeri F. (1’ pts Burini), Capitini (43’ st Confessore). A disp.: Lenzi, Cammerieri, Cirocchi, De Santis. All.: Buttò.

PONTEVECCHIO (4-4-2): Guerra; Regni, Binaglia, Pammelati, Silvestri; Castrichini (1’ pts Mezzasette), Battistelli, Vinciarelli (5’ pts Coletti), Ceccarelli (6’ sts Barboni); Arteaga, Passeri A. A disp.: Bagnetti, Costantini, Bertoldi, Margaritelli, Lesandrelli, Afferi. All.: Martinetti.

ARBITRO: Iannuzzi di Firenze

Guardalinee: Crostella e Kriffu.

MARCATORI: 11’ pt Capitini (A), 44’ pt Castrichini (P), 34’ st Passeri A. (P), 46’ st Muzhani (A), 5’ sts Barbacci (A).

NOTE: Espulsi: 43’ st Catani (A) per aver interrotto una chiara occasione da gol, 6’ sts Ceccarelli (P) dalla panchina per proteste. Ammoniti: Piccinelli (A), Battistelli (P), Passeri A. (P), Barbacci (A).

SANTA MARIA DEGLI ANGELI – Il degno finale di una stagione vissuta costantemente sull’altalena. Quasi come dentro a un film, perché in fondo c’è un che di cinematografico (leggi Hollywood) nell’epilogo di un’annata nella quale l’Angelana ha visto la morte in faccia più volte, riuscendo per sempre a riemergere dai guai in cui si era andata a cacciare. Non poteva fare eccezione il play-out disputato contro una Pontevecchio da applausi, ridotta ai minimi termini da questioni che col campo c’azzeccano poco, andata a un passo da un’impresa che avrebbe avuto del clamoroso, pensando anche a cosa ha raccontato per 45’ una gara in cui l’Angelana avrebbe dovuto andare al riposo con tutt’altro risultato. E invece l’inopinato pari incassato allo scadere ha reso tutto più difficile, costringendo Buttò e i suoi ragazzi a riprendere la salvezza letteralmente dal cestino della spazzatura, perché a quel punto solo un miracolo sportivo avrebbe potuto consegnare ai giallorossi il traguardo agognato. Merito della squadra aver creduto ancora una volta che tutto potesse essere possibile, arpionando per la quarta volta nelle 10 gare della gestione Buttò una partita a tempo scaduto, andando poi a prendersi la vittoria ai supplementari seppur ridotti in inferiorità numerica. Ma a quel punto più della tecnica e del numero degli uomini in campo ha potuto la fame, la grinta, la voglia di spingersi verso l’ennesima impresa. Ed ecco allora che la salvezza conquistata con pieno merito sul campo assume oltremodo valore, dando l’idea del grande lavoro svolto negli ultimi due mesi e mezzo da un gruppo che s’è ritrovato nel momento del bisogno. E dire che per come si erano messe le cose il play-out era sembrato più simile a una formalità: senza De Santis ma col rientro di Lucarino e Galassi in difesa, nel 4-3-3 c’è posto per Ubaldi in cabina di regia ma soprattutto per Capitini a sinistra, lesto a bucare la porta ponteggiana come già fatto a gennaio con un sinistro che beffa Guerra, che pure prima era stato eccellente nel rispondere a una conclusione ravvicinata di Catani. Angelana sul velluto e Pontevecchio subito alle corse, incapace di reagire e forse sorpresa dall’avvio garibaldino dei giallorossi, con Capitini che di testa va vicino al raddoppio. A sinistra il giovane angelano trova spazio e giocate in abbondanza e una di queste produce il rigore, procurato da Passeri (fallo di Pammelati), che di fatto dopo mezzora potrebbe far già scendere i titoli di coda. Il bomber si presenta sicuro sul dischetto, Guerra però si muove in anticipo e non ha difficoltà a deviare la sfera in corner, riscattando l’errore sul primo gol. Catani in punta di fioretto sfiora il bersaglio grosso al 39’, l’Angelana pare in totale controllo ma al 44’ una clamorosa incomprensione al limite dell’area ospite tra Galassi e Passeri consegna alla Pontevecchio una veloce ripartenza: Battistelli indovina il corridoio giusto per Castrichini, Piccinelli è in ritardo nella chiusura e l’esterno rossoverde, di destro, infila l’incredulo Mazzoni. È uno schiaffo tremendo perché l’Angelana accusa il colpo, mentre i giovani di Martinetti prendono coraggio. Così la ripresa si trasforma in una via crucis: tutto appare più complicato, anche le giocate le più semplici diventano difficili e spesso incomplete. Silvestri da fuori sfiora il bersaglio grosso ma il problema è che il pallino del gioco è costantemente in mano alla Pontevecchio, che a furia di insistere al 31’ trova il meritato vantaggio quando Ceccarelli pesca Andrea Passeri nel cuore dell’area, lesto ad anticipare Piccinelli (dubbi però su un mani di Arteaga non ravvisato dalla terna). A quel punto Buttò vede le streghe: la panchina corta non gli consente di fare troppe modifiche, ma in un modo o nell’altro i cambi si rivelano decisivi con gli ingressi di Scopetti e soprattutto di Confessore, reintegrato in rosa alla vigilia del play-out, complice anche l’infortunio di Bastianini. La Pontevecchio in contropiede avrebbe due chance con Silvestri per chiudere il discorso, ma sulla prima Mazzoni è bravo a chiudere in uscita, mentre sulla seconda Catani s’immola rimediando il rosso diretto. L’ultima Ave Maria cade al 46’ sulla punizione calciata da Scopetti che trova Confessore pronto a fare la sponda per Muzhani che da un metro devia la palla in rete, tra le proteste dei ponteggiano che recriminano per un fallo su Vinciarelli non ravvisato dal direttore di gara e un possibile fuorigioco dell’autore del gol sulla sponda di Confessore. È la seconda sliding door della gara perché a quel punto l’Angelana ritrova l’inerzia a proprio favore, pur gravata dall’inferiorità numerica. Buttò toglie Passeri inserendo Burini e passando a un compatto 4-4-1 con Fondi unica punta, modulo che pure si rivela efficace per anestetizzare gli avversari che non riescono più a riprendersi dalla delusione della salvezza sfuggita di mano sul più bello. Succede poco o nulla nei supplementari, con i giallorossi sornioni e letali al minuto 111’ quando Bartolini sfugge sulla destra servendo al centro l’accorrente Barbacci, che stoppa di sinistro e poi col destro spedisce la palla a baciare la parte interna del palo e sfogando poi tutta la sua rabbia mista a gioia con un’esultanza sfrenata. La salvezza dell’Angelana, di fatto, arriva in quello stesso istante, perché la Pontevecchio nel finale è svuotata e senza più risorse. Esulta il “Migaghelli”, con le lacrime di qualcuno che si fondono alla pioggia. È l’epilogo più bello, forse inatteso, certamente strameritato.

POST PARTITA Ci vorrebbero fiumi di inchiostro per sintetizzare quel che passa nella mente dei giallorossi a fine partita. Giorgio Buttò riesce a mostrarsi lucido, oltre che contento: “Alla fine credo che si sia salvata la squadra che ha meritato di più, considerando anche le occasioni avute nel corso della prima parte di gara. Detto questo, onore alla Pontevecchio che esce a testa altissima e che è andata davvero vicinissima all’impresa. Credo però che quando una squadra in 10 partite riesce a segnare 4 volte dopo il 90’ non si possa parlare di fortuna, ma piuttosto di attitudine e grande determinazione. Questo gruppo, al netto delle difficoltà che ha incontrato, non ha mai mollato un centimetro e ha sempre creduto che potesse riuscire a raggiungere il proprio obiettivo. Sono felice per i ragazzi perché meritano questa gioia. Personalmente ritengo il mio lavoro concluso: sono un tecnico con una vocazione per l’ambito giovanile, ho risposto con senso di responsabilità alla chiamata della società quando mi è stato chiesto di guidare la prima squadra, ma ritengo che il mio futuro sia in una veste differente da quella degli ultimi due mesi e mezzo. Ad ogni modo ne parleremo assieme alla dirigenza: ora godiamoci la festa e, da buon eugubino, mi preparo ai Ceri, senza dimenticare che c’è la Juniores impegnata nella rincorsa alla promozione A1, oltre ai Giovanissimi attesi dalla fase nazionale”. Il più felice di tutti a fine gara è però Marco Barbacci, per il quale il gol salvezza profuma di riscatto: “Sono davvero contento ed emozionato. Dedico questo gol ai miei compagni che hanno lavorato assiduamente in tutti questi mesi. Ci meritavamo la salvezza, era incredibile quello che stava maturando sul campo. Personalmente ho vissuto un’annata bella fuori dal campo, anche perché la società non c’ha mai fatto mancare nulla. Di sicuro avrei voluto giocare di più e in modo diverso, ma alla fine in queste ultime giornate il destino mi ha consegnato una chance e io sono felice di averla sfruttata. Questa giornata resterà un ricordo indelebile nella mia vita”. Il più stravolto è certamente Simone Tarpanelli, che ha vissuto la gara quasi tentando di entrare in campo, vivendo i supplementari col cuore in gola: “Ammetto di non essere stato lucidissimo in quei momenti, ma questa salvezza per noi era troppo importante. Siamo in un momento di crescita incredibile, come testimoniano i lavori allo stadio e l’imminente partenza dei tornei di fine stagione. Stiamo tornando su livelli di eccellenza in ambito giovanile e avere una prima squadra a questi livelli è imprescindibile. Sono stravolto ma felice perché ancora una volta i ragazzi hanno dimostrati di meritare fiducia, stima e considerazione. Buttò ha fatto un lavoro straordinario: è de sempre un uomo della società e sapevo che avremmo investito bene sul suo conto, come testimoniano le 5 vittorie, tre pari e due sole sconfitte della sua gestione. Molti sostenevano che avessimo messo alla guida della squadra un preparatore atletico, anziché un allenatore, e chissà adesso se chiederanno scusa… detto questo, un ringraziamento lo rivolgo anche a Carlo Valentini che nella prima parte della stagione ha fatto il possibile per guidare questo gruppo, pagando dazio alla sfortuna sottoforma di infortuni (vedi De Santis) ed episodi negativi. Adesso ci godiamo questa salvezza, ma presto cominceremo a pensare a un’annata nella quale vogliamo provare a cambiare il corso degli eventi”.

TOP PLAYER Nel giorno più importante della stagione rimane indelebile la firma di Marco Barbacci, autore di una prova tutta cuore e grinta impreziosita dallo splendido gol col quale ha messo il sigillo sulla salvezza. Un finale a marce ingranate per il giovane eugubino, che ha saputo attendere con pazienza il proprio momento ed emergere nel momento più importante e decisivo dell’annata.

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