All’Angelana si lavora già alla ripartenza, sperando che l’attesi duri poco…

S’è persa ormai l’abitudine a certi discorsi. A certe sensazioni, quelle magari di una vigilia di una partita, spazzate via dalla resilienza di una pandemia che non ammette deroghe e si porta via tutto quello che c’è da prendere su. All’Angelana, come in tante altre piazze regionali, il copione è il medesimo: il prato verde del “Migaghelli” è un invito a nozze, ma il pallone non accenna a rotolare. “Viviamo come in un limbo, un tempo sospeso di cui ormai abbiamo perso quasi la cognizione”, ammette Graziano Grassi. Che non si immaginava certo di vivere una stagione così atipica, durata lo spazio di tre partite (le due di Coppa Italia contro Bastia e Assisi Subasio e quella in campionato contro il Massa Martana) e costretta allo stop già alla fine di ottobre. “Purtroppo quanto successo negli ultimi mesi ha vanificato i nostri sforzi. In estate eravamo partiti davvero con l’animo di chi voleva comunque andare avanti, superare le difficoltà logistiche e guardare a una nuova dimensione. Il calcio doveva essere un volano per la ripartenza della vita sociale, invece lo stop è stato brusco, implacabile, decisamente più forte di quanto ce lo saremmo mai potuti aspettare. Aver lavorato tanto nei mesi estivi per poi arrivare a giocare appena tre gare è sconfortante, ma non abbiamo potuto far altro che prenderne atto”. Così come non c’è stato altro da fare che accettare l’idea che il campionato, almeno quello umbro, non potesse ripartire. “Non aveva senso. Noi ci siamo schierati da subito con il fronte delle società che non volevano ripartire, e siamo stati sempre coerenti. Ma in questo debbo dire che nessuno ha fatto scatti in avanti: c’è stata piena convergenza sin dalle prime riunioni, la sola idea di doversi sobbarcare una serie di costi notevole fra tamponi e protocolli ha scoraggiato tutti dall’intento di ripartire. Purtroppo non c’erano le condizione e hanno fatto bene tutte le società umbre a dire stop. Pensiamo sin d’ora a programmare la stagione che verrà, confidando nel fatto che i vaccini possano offrire quell’assist decisivo per mettere una volta per tutte sotto controllo questa pandemia”. L’occasione è almeno propizia per rivolgere un augurio a tutte le famiglie: “Questa non è la Pasqua che avevamo auspicato, ma è pur sempre migliore sotto molti aspetti rispetto a quella di un anno fa. L’augurio è di poterla trascorrere con un pizzico di serenità e la voglia di riprendere finalmente possesso delle nostre vite”.

L’ATTESA DELLE GIOVANILI La situazione che vive il calcio regionale è certamente complicata. Non c’è solo la decisione dei club di Eccellenza di fermarsi, ma c’è anche quella che coinvolge le tante formazioni giovanili, a loro volta rimaste orfane dell’attività di squadra da più di 5 mesi. Un danno enorme a livello sociale, i cui effetti potrebbero propagarsi negli anni a venire, con molti ragazzi che potrebbero nel frattempo decidere di abbandonare l’attività dopo aver dovuto fare i conti con un’interruzione tanto lunga, quanto deleteria. Pensieri e ragionamenti di cui in casa Angelana si tiene debitamente conto, tanto che nelle prossime settimane la società giallorossa proverà a rimettersi seduta attorno a un tavolo per studiare una strategia di ripartenza, non appena le normative governative consentiranno il ritorno all’attività. Di scenari se ne potranno presentare tanti, dall’avvio anticipato nei mesi estivi, oppure semplicemente dal ritorno in campo a fine agosto (come era prassi negli anni passati), auspicando soprattutto che si possa tornare a giocare nelle competizioni regionali e locali, che mancano ormai da più di 400 giorni. La volontà dell’Angelana è quella di farsi trovare pronta non appena le condizioni consentiranno la riapertura. Una promessa che il club giallorosso, a partire dalla presidentessa della Boys Angelana Paola Maccabei, sente di voler far sua anche per rispetto delle tante famiglie che nei mesi scorsi hanno seguito passo a passo le delicate fasi della ripartenza, poi vanificate dallo stop di fine ottobre.

OTTO ANNI DOPO In questo tempo sospeso, in casa Angelana c’è spazio anche per un ricordo: 8 anni fa, il 31 marzo 2013, tutta la comunità giallorossa piangeva la scomparsa di Stefano De Nigris, tecnico che si era legato in maniera viscerale alla società allora guidata dall’indimenticato Lucio Tarpanelli. E il pensiero è che oggi proprio loro due, fautori di tanti colpi di mercato e di annate a loro modo indimenticabili, possano intercedere da lassù per provare a rivedere presto la luce in fondo al tunnel.

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